Percorso Medio

Lunghezza: 29,7 Km

Dislivello positivo: 1204 m

Dislivello negativo: 1050 m

Fondo: Asfalto, cemento, sterrata e sentieri


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Il percorso parte dalla frazione di Bezzuglio.

Poco prima dell’ingresso nel piccolo borgo, in via Belvedere, che rimane nel comune di Gardone Riviera, a Fasano di Sopra, c’è un primo parcheggio. Altrimenti salendo ancora di una decina di metri, se ne trova un altro entrando a Bezzuglio. Attenzione, solo i primi parcheggi sono pubblici, gli altri sono privati.
Guardando il lago e dando le spalle al parcheggio, si procede verso sinistra. Da questo punto in poi seguiremo i segnali della Bassa Via del Garda (BVG), che ci guideranno fino al Santuario di Madonna della Supina e poco oltre.
Attraversiamo l’intero borgo fino alla chiesetta di S. Carlo.
Poi costeggiando sulla destra la fontana che fa angolo, si prende la strada sterrata in discesa seguendo sempre i segnali della BVG. Il primo tratto è ben riparato dal sole, si cammina su una sterrata racchiusa tra allori, edere, pungitopo...
Ai primi due bivi si procede a sinistra, sempre per la strada che va leggermente in salita.
Si giunge ad un altro bivio, dove s’incrocia una strada in discesa e una in salita. Esattamente in questo punto si chiuderà il nostro anello, arrivando da destra, ma ora noi proseguiamo a sinistra (BVG), in salita.
Seguendo sempre il sentiero principale (BVG), costeggiamo un uliveto alla nostra sinistra poi curviamo a sinistra e poi saliamo leggermente, troviamo altre indicazioni (BVG) che ci mandano a destra, sempre in mezzo agli uliveti.
Raggiungiamo un deposito di attrezzi agricoli di una cascina, quindi proseguiamo sempre sulla strada principale di sinistra, fino a costeggiare una cascina e superarla.
Dopo aver attraversato un ponticello con staccionata di legno, giungiamo ad un altro piccolo bivio, che però porta ad abitazioni private, noi teniamo la sinistra.
Arriviamo quindi all’ imbocco di un sentiero sulla nostra sinistra con l’indicazione per S. Urbano e Monte Pizzocolo, è il sentiero del percorso difficile, noi invece proseguiamo diritti verso l’abitato di Sanico, seguendo le indicazioni BVG/Sanico/Valle delle Cartiere/217.
Dopo aver superato una cascatella, noi proseguiamo seguendo la BVG.
Questo tratto di strada termina proprio di fronte ad una cappella votiva ed alla fermata degli autobus, da dove a sinistra si vede il paesino di Sanico e a destra il lago.
Noi attraversiamo la strada e andiamo verso destra, imboccando la sterrata che scende seguendo le indicazioni della BVG e del cimitero di S. Martino.
Seguiamo sempre la strada cementata che costeggia un’azienda agricola e giungiamo a un trivio. A destra, oltra al cancello di ingresso dell’azienda, possiamo scorgere un sentiero che scende (sentiero che potrà essere scelto come variante per chiudere il percorso) e di fronte abbiamo due strade parallele, una a destra che sale per il cimitero di S. Martino e una che scende a sinistra per la Valle delle Cartiere.
Noi prendiamo la salita di destra, che dopo circa 200 m ci conduce fino all’ingresso del cimitero, all’interno del quale c’è la chiesa di San Martino di Tours, resa inagibile dal terremoto.
L’accesso al cimitero è consentito nelle ore diurne, ricordiamo il rispetto per un luogo sacro. Il panorama da qui è incantevole, il piccolo cimitero di campagna ne accresce il fascino.
Ritornando sui nostri passi, al bivio giriamo a destra per il sentiero in discesa (BVG), verso la Valle delle Cartiere.
Seguendo la discesa, poco dopo, la strada principale fa una curva a destra e sulla sinistra vediamo uno spiazzo (spesso c’è una catena tirata) è una strada ‘privata’ che scende, noi imbocchiamo proprio questa. A fianco della catena, sul lato destro, c’è un passaggio pedonale e dopo qualche passo, possiamo rivedere i segnali della BVG, stiamo scendendo nella Valle delle Cartiere. Basta seguire i segnali e arriviamo al fiume senza sbagliare. Emozionante ed improvvisa la vista di Toscolano attraverso la fenditura delle due montagne che formano un triangolo attraverso il quale si scorge il paese, il lago e il Monte Baldo.
Il sentiero ci porta al ponte in corrispondenza di Villa Maffizzoli, in località Maina Superiore.
Per chi lo desidera, attraversando il ponte e proseguendo per circa 200 m a destra si raggiunge il “Museo della Carta” che merita sicuramente una visita.
Per chi intende proseguire, basta tirare dritto e superare la Villa, i ruderi restaurati delle cartiere accolgono con tutto il loro misterioso splendore. L’intero percorso all’interno della valle è disseminato di cartelli esplicativi sulla storia delle cartiere, ma anche sulla flora e sulla fauna del sito. Siamo in uno dei luoghi più interessanti dell’Ecomuseo.
Superate le prime rovine si arriva ad un altro ponte da attraversare che ci porta sulla sponda sinistra del torrente e proseguiamo fino a che sulla destra non incrociamo un sentiero a gradoni con le indicazioni di Gaino (BVG). E’ il sentiero che percorrevano gli operai delle cartiere prima che nel 1872 fosse costruita la strada del fondo valle. E’ abbastanza impervio, ma i recenti lavori di sistemazione a gradini lo hanno reso più agevole.
Prima di imboccarlo, però, facciamo una deviazione all’interno della Valle per raggiungere in breve la località Luseti; imbocchiamo il ponte pedonale, sulla destra troviamo un campo Scout, mentre procedendo verso sinistra raggiungiamo dopo pochi passi la chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo. (ATTENZIONE questo tratto è temporaneamente chiuso)
Da qui si ritorna sui propri passi fino a incrociare, sulla sinistra, la salita a gradoni (BVG) segnavia n219 che indica il paese di Gaino.
A questo punto

Noi camminatori arrivati in cima alla salita andiamo verso sinistra sulla strada cementata (BVG). Alla nostra sinistra vediamo imponente il Pizzocolo, mentre di fronte a noi è il Monte Castello. Arrivati alla curva girare a destra e al primo incrocio girare a sinistra. Abbiamo raggiunto Gaino. Riprendendo i segnali della BVG ci troviamo in piazza Michelangelo.

Le MTB tornano indietro fino ai ruderi e a villa Maffizzoli, attraversano il ponte e subito dopo la curva di destra, sulla sinistra imboccano una sterrata chiusa alle auto da una sbarra di ferro e che le condurrà a Gaino.
Nonostante la sbarra il passaggio è consentito. Dopo il primo tornante il panorama sulla valle è davvero impagabile. Si prosegue e si supera una seconda sbarra per continuare sulla sterrata principale, a destra. Poco dopo incrociamo un’altra sterrata, dove noi rimaniamo a destra (MTB Gardaman). Si prosegue sempre sulla strada principale, finchè si giunge nuovamente a un incrocio con un’altra carreggiata, dove noi giriamo a sinistra con una svolta a gomito. In breve la sterrata diventa una salita ripida e cementata.
Non abbandoniamo mai la carreggiata principale, passando a financo di un traliccio della corrente, troveremo una sbarra e un cartello che indica ‘proprietà privata’, ma il passaggio è consentito. Proseguendo sulla strada, DOPO AVER COSTEGGIATO a sinistra dei terrazzamenti piantumati a ulivi. Si arriva ad un altro traliccio e poco dopo, al bivio, si prosegue diritti. All’incrocio di sterrate, di fronte a noi il numero civico 48, proseguiamo a destra in via Donatello, che poi diventa asfaltata e passiamo attraverso muri che delimitano le proprietà delle prime case.
Al primo incrocio del borgo, proseguiamo diritti, e dopo una doppia curva destra sinistra, ci troviamo in piazza Michelangelo, in centro a Gaino.


Da qui procederemo diritti (BVG), ma prima facciamo una deviazione a destra per visitare le chiese ed ammirare il panorama. Proseguendo quindi a destra, avanti pochi passi incrociamo subito alla nostra sinistra la chiesa di S. Sebastiano. Poi ci dirigiamo sempre dritti verso la Parrocchiale sulla sommità del colle. Prima di raggiungerla, a destra ci fermiamo alla Vecchia Parrocchiale della quale si nota solo il campanile, l’ingresso attuale è dal portico. Le due parrocchiali l’antica e la nuova, entrambe dedicate a S.Michele, sorgono una di fronte all’altra sul medesimo colle. Dal sagrato della parrocchiale nuova si gode uno spettacolo ineguagliabile su Toscolano Maderno, Punta San Vigilio, la Rocca di Manerba, le isole, e se c’è visibilità la Penisola di Sirmione.
Quindi ridiscendiamo lungo la strada ciottolata e ritorniamo in piazza Michelangelo.
Usciamo dal paese riprendendo i segnali della BVG che ci fanno svoltare a destra e da qui proseguire sempre diritti sulla strada asfaltata per Cabiana. Arrivati all’ incrocio, contrassegnato da un solitario e maestoso cipresso, proseguiamo a destra seguendo i nostri segnali e quelli del Santuario di Supina.
Tra uliveti e siepi di alloro, superiamo Cervano e l’originale cappella votiva che si apre su due fronti, oltre alle varie radure che ci permettono di ammirare il lago da angolazioni diverse. Proseguire seguendo i segnali fino a raggiungere la chiesa.
Sul sagrato della Madonna della Supina troviamo panchine, una fontana di acqua potabile e, sul retro della chiesetta, un piccolo giardino dove potersi godere una sosta e un altro bel panorama su Bogliaco e Gargnano.
Ripartiamo poi lungo il sentiero segnalato come BVG, a sinistra della chiesa, il primo tratto è stretto poi diventa una sterrata larga, con un aperto panorama sul lago e sul monte Baldo, che va a finire a Fornico, una piccola frazione del comune di Gargnano.
Entrando in via Fornico la prima strada a destra, stretta e delimitata da alti muri in pietra, abbandoniamo i segnali della BVG, scendiamo lungo il vicolo ciottolato e passiamo sotto a un arco delle case di pietra, giriamo subito a destra, in discesa. Al primo incrocio giriamo a destra, vediamo ancora i vecchi segnali della BVG, che ci indicano Supina e Gaino, mentre a sinistra l’odierna BVG continua verso Gargnano e Limone.
Girando quindi a destra percorriamo una sterrata tra muri di cinta in pietra e uliveti finchè non incrociamo una strada che a destra indica Supina, ma noi andiamo a sinistra, in discesa e da qui abbandoniamo definitivamente i segnali della BVG. Questa sterrata ci conduce ad un altro bivio, dove noi andiamo a sinistra, scendendo tra le case della frazione di Roina. Superiamo un ponticello, sopra a un piccolo torrente che crea una cascatella. Seguiamo la strada verso destra, in via Roina, costeggiando sempre un muro alto di pietre, che dopo poco a sinistra si apre su una nuova strada sterrata, ma noi proseguiamo diritti. La via ci conduce a una piazzetta, dove troviamo una fontana di acqua potabile, noi proseguiamo sempre diritti.
All’altezza del civico 17/17A troviamo un arco di pietre tra case dello stesso materiale, e ci passiamo sotto, in un antico vicolo che scende tra i muri alti delle case, passa sotto un ulteriore arco creato da una casa stessa e si apre su un sentiero erboso, molto piacevole, che costeggia un alto muro di cinta e ci porta fino alla strada principale, da lontano possiamo già scorgere il campanile della chiesa di S. Giorgio.
Una volta giunti alla strada, procediamo a destra, prestiamo attenzione perché nel periodo di alta stagione può essere abbastanza trafficata. La percorriamo per circa 200 m, superando a destra una strada che indica Supina e dopo una doppia curva sinistra destra, sul lato opposto a sinistra, vediamo un muro di mattoncini che indica via Golf 30, qui attraversiamo la strada e prendiamo il vicolo che sale e ci porta direttamente nel parcheggio sottostante il sagrato della chiesa di San Giorgio.
Visitata la chiesa, si scende dal sagrato e si procede a sinistra in via s. Giorgio.
Una via asfaltata, non troppo trafficata, che ci offre scorci sul lago. Siamo sull’antica Strada Regia che da Toscolano conduceva a Gargnano, prima che venisse costruita la Gardesana Occidentale negli anni trenta del secolo scorso. La si percorre fino a raggiungere la Cappella dell’Addolorata che, in caso di maltempo, ci può offrire un riparo grazie al suo tetto e alle panchine di marmo.
Arrivati a questo punto lasciamo la strada asfaltata e svoltiamo a destra dove inizia una sterrata che sale leggermente fino a una casa che aggireremo per svoltare a sinistra e proseguire il nostro cammino.
All’inizio la strada dà su prati e vecchi uliveti, ma nell’ultimo tratto si chiude tra alti muri di pietra e ci conduce fino alla frazione di Cecina. Al bivio andiamo a destra e dopo pochi passi possiamo vedere davanti a noi un arco a punta, sotto il quale dovremo passare per andare a destra, sempre diritti finchè non ci troviamo di fronte alla parrocchiale di S. Nicola da Bari.
Da qui, proseguendo il cammino, torniamo sui nostri passi, fino ad un grande cancello di legno azzurro che fa da spartitraffico, noi andiamo a destra e ci troviamo nuovamente all’altezza dell’arco a punta, in una piazzetta con una fontana, dove si incrociano via Sassello e via Cecina. Ora proseguiamo diritti passando sotto due archi di pietre a poca distanza l’uno dall’altro, per ritrovarci in una piazzetta, all’altezza del civico 36. Qui noi pedoni dovremo tornare a breve.
Intanto proseguiamo diritti fino a che la strada si allarga: troviamo una grande fontana sul lato destro ed a sinistra una strada stretta, via Messaga, delimitata dalla chiesetta di S. Antonio. Cecina è il borgo degli stampatori che vissero ed operarono qui nel secolo XVI, dietro la chiesina è ancora l’abitazione di Gabriele di Pietro, segnalata da una lapide sull’architrave d’ingresso.
Per chi volesse fare una piccola deviazione, girando dietro alla chiesetta, dopo circa 50 m, trova l’inizio del Sentiero degli Orticelli, che scende sulla Gardesana ed è percorribile solo a piedi, nei pressi della Cappella del Viandante. Per chi volesse intraprendere questo sentiero, consigliamo attenzione nel tratto finale, perché dà proprio sulla statale che è sempre molto trafficata.
Ripercorriamo poi via Messaga fino alla grande fontana dove torna a differenziarsi il percorso dei camminatori da quello delle biciclette.

Noi camminatori torniamo a destra, all’altezza della piazzetta al civico 36, dove a sinistra andiamo ad imboccare una scalinata coi gradini in pietra un po’ ripidi, alla fine svoltiamo a sinistra e ci troviamo di fronte ad un bivio dove teniamo la destra. Si segue sempre il sentiero principale, in salita, attenzione all’ultimo tratto che in caso di pioggia può essere scivoloso. Raggiungiamo quindi la piazza della frazione di Cussaga.

In MTB torniamo a destra, proseguiamo superando i due archi su via Cecina e arrivati all’incrocio imbocchiamo via Sassello a sinistra. Al bivio con via Golf, proseguiamo ancora a sinistra e percorriamo tutta la via principale(Sassello) fino a raggiungere la piazza della frazione di Cussaga.


La nostra attenzione è attratta dalla Cappella della Beata Vergine di Cussaga, copia dell’affresco che è venerato nella Parrocchiale di Gaino. Una volta giunti alla cappella prendiamo la strada a sinistra del vecchio lavatoio che fa da spartitraffico.
Proseguiamo sempre diritti su via Caronte, che ci permette di camminare sempre con vista lago. Questo tratto panoramico termina nel parcheggio di un residence, proseguiamo sempre diritti e giungiamo nella frazione di Pulciano. Arrivati a uno stop, proseguiamo diritti (sul muro possiamo trovare indicazioni di Gardaman MTB). Arriviamo nuovamente ad un altro stop ed andiamo a sinistra.

A piedi proseguire su via Genova, una strada che si trova a livello più basso della principale, tra alti muri di pietra. Terminate le case sulla curva si apre un piccolo prato piantumato ad ulivi, quindi il sentiero erboso fa una doppia curva sinistra-destra, tra alte siepi di rovi, fino a condurci all’inizio di una storica scalinata, ora ciottolata, che porta direttamente a Toscolano, al primo bivio a sinistra e poi subito a destra per trovarci in p.zza Caduti.

In MTB non possiamo percorrere la storica scalinata, quindi proseguiamo diritti fino allo stop dove procediamo a sinistra, in discesa, fino all’uscita della Valle delle Cartiere e oltre fino a raggiungere l’incrocio dove a destra è il municipio. Imbocchiamo a sinistra via Trento, la percorriamo tutta fino a p.zza Caduti.


Qui si trovano la Parrocchiale di Toscolano dedicata ai Santi Pietro e Paolo e la Villa Romana. Dietro la Parrocchiale è sito il Santuario di Santa Maria del Benaco e da lì si può raggiungere il vicino e molto suggestivo Porto di Toscolano.
Ritornati alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo attraversiamo la strada dirigendoci verso la p.zza dei Caduti. Dopo circa 80 mt, svoltiamo a sinistra in via Trento che percorriamo fino alla chiesa di San Giuseppe Artigiano. In questa via è ubicato anche l’Ostello delle Cartiere.
Proseguiamo quindi su via Trento fino a raggiungere il Parco Bernini, delimitato da un alto muro di cinta. (L’ultimo tratto prima del parco è divieto d’accesso, bici a spinta. Una sosta è d’obbligo per poter osservare i due monumentali cedri del Libano.
Quindi usciamo dal parco dal lato opposto, attraversiamo la strada e ci dirigiamo a sinistra verso la rotonda, per imboccare via Marconi che percorreremo tutta fino raggiungere il ‘Lido degli Ulivi’.
Qui andando a sinistra si va verso una grande spiaggia libera, ma noi procediamo a destra:

A piedi attraversando l’area pedonale con i giochi per i bambini;

In bicicletta
girando attorno al parcheggio per superare l’area pedonale.


Ora percorriamo il lungolago, superando in successione il Circolo Vela Toscolano ed il ponticello del rimessaggio barche, fino a raggiungere una pista ciclo-pedonale tutta a lago che costeggia vari campeggi e numerose spiagge libere. Un percorso tutto curve ed anse che rendono bellissimo il paesaggio sempre nuovo e sorprendente.
Al rimessaggio barche chi vuole può fare una deviazione e raggiungere l’Orto Botanico in via Religione. Basta risalire la via (già via Religione) e costeggiare il lungo muro (all’interno quel che resta del Convento dei domenicani e della chiesa che oggi è un magazzino- visibile è solo la torretta. L’intero complesso si denominava “Religione”) e poi girare a sinistra e poi girare a destra sempre per la medesima via.
Torniamo sul lungolago e riprendiamo il percorso tutto curve ed anse che rendono bellissimo il paesaggio sempre nuovo e sorprendente.
Proseguendo arriviamo ad un ponte pedonale mobile intitolato a San Josè Maria Escrivà, che permette di attraversare il Torrente Toscolano, il confine con Maderno. Siamo giunti al centro del promontorio sul quale sorgono le due cittadine, il vasto conoide di deiezione creato dal Fiume.
Proseguiamo sempre sul lungolago, costeggiato da altri campeggi, finché alla fine di essi troviamo un Olmo monumentale, il “Piantù”, che nel dialetto locale denomina “la grande pianta” dalla corteccia grigio maculata. Solo, imponente e maestoso, di fronte ad una casa azzurra che fa angolo.
Proprio in questo punto giriamo a destra seguendo l’indicazione di Maderno Centro ed avanti circa 200 m giriamo nuovamente a destra seguendo l’indicazione del Camping Promontorio, in via Promontorio, per andare a visitare la chiesetta di Santa Maria Immacolata.
Torniamo poi sui nostri passi fino al Piantù da dove riprendiamo a percorrere il lungolago, fino a superare l’imbarco dei traghetti e la biglietteria della Navigarda. Proseguendo il nostro cammino sul lungolago giungiamo alla Parrocchiale di S. Andrea, sul lato destro della strada.
Girando attorno alla chiesa stessa, lungo il suo lato nord, ci troviamo di fronte l’antica torre medievale, l’unica rimasta dell’antico castello di Maderno.
Tornando all’ altezza dell’ingresso della chiesa, attraversiamo la strada e ci dirigiamo a sinistra, 50 m più avanti ci troviamo nella piazzetta dove sorgono la basilica di S. Andrea Apostolo e il Battistero di San Giovanni.
Una volta giunti alla basilica, il percorso prosegue costeggiando il suo lato occidentale, in via Benamati. La si percorre, superando il Mu.Re. Museo recuperanti 1915-1918, con un’esposizione permanente della grande Guerra, fino ad un incrocio di quattro strade, di fronte vediamo l’imponente e bellissima Villa Lucia (Palazzo Bulgheroni), che all’interno del parco ospita un’antica limonaia.
Da questo incrocio si prosegue a destra, sempre su via Beneamati, dove 100 m più avanti, quasi di fronte a Palazzo che dà il nome alla via, alla nostra destra, troviamo la chiesetta di S. Bartolomeo.

A piedi ritorniamo sui nostri passi fino a Villa Lucia dove giriamo a destra per via San Pietro in salita tra due alti muri. Al termine si gira a sinistra in via Fontane, costeggiando la strada per circa 200m ed al primo tornante, che svolta a destra, giriamo a sinistra nella strada che per le auto è indicata come strada chiusa e la percorriamo fino alla via principale che da via Montemaderno diventa via Maclino e la imbocchiamo a sinistra, tenendoci sul marciapiede.

In MTB Dalla chiesetta proseguiamo diritti, passando accanto all’oratorio e pochi metri dopo, sulla sinistra, imbocchiamo via Tito Speri che, attraverso un vicolo non troppo lungo, ci porta su via Fontane, sulla quale giriamo a sinistra, in salita, e la percorriamo fino a raggiungere la strada principale, via Montemaderno, che dopo un paio di tornanti diventa via Maclino.


Percorriamo tutta via Maclino e dopo circa 200m, alla nostra sinistra vediamo la chiesa dei Santi Faustino e Giovita.
Per i pedoni, all’altezza del cartello della frazione di Maclino, è possibile prendere a sinistra un sentiero che inizia tra le case e costeggia la strada, a un livello un poco più basso, fortemente consigliato in caso di traffico.
Dietro la chiesa, per chi avesse voglia di una piccola deviazione, inizia il sentiero ‘dei Proch’. Ripido, corto e molto panoramico, dalla chiesa porta rapidamente in basso, sul lungolago di Maderno (non è possibile percorrerlo in MTB).
Una volta visitata la chiesa di Maclino

A piedi si attraversa il tornante, si salgono le scalette e si attraversa il punto panoramico tutto ciottolato fino a giungere nuovamente sulla strada che attraversiamo entrando in via Taormina. La percorriamo tutta, giungendo a dei gradini che ci portano a un piccolo parco pubblico. Proseguiamo diritti fino a raggiungere la strada, dove giriamo a destra e la costeggiamo fino ad incrociare una via diritta, via Vigole, che imbocchiamo, evitando così il tornante pericoloso. Ci manteniamo sul marciapiede, raggiungiamo lo stop in fondo alla salita e proseguiamo per via Rosei, in salita di fronte a noi.

In MTB Dalla chiesa si procede in salita su via Vigole e dopo i primi 4 tornanti, giunti ad un incrocio dove la strada fa una curva a sinistra, svoltiamo in via Rosei, a sinistra, in ripida salita.


Dopo essere passati davanti a un tempietto votivo, sul lato opposto ci appare la chiesa della Madonna del Rosario, in una splendida posizione panoramica.
A questo punto dovremo decidere come chiudere il nostro anello, se tornando verso il Cimitero di S. Martino a Sanico, per poi ripetere a ritroso il tratto iniziale, oppure se tornare direttamente a Bezzuglio.
Per chi scegliesse di tornare direttamente a Bezzuglio, consigliamo ugualmente una piccola deviazione fino al vicino punto panoramico mozzafiato. Una visuale ampia su tutto il Comune di Toscolano Maderno e oltre, davvero da non perdere.
Ritorniamo sui nostri passi, scendendo per tutta via Rosei.

A piedi o con la bici a mano riattraversiamo la strada e scendiamo dritti, superando il bivio a sinistra, fino a che arriviamo alla strada principale, proprio all’altezza di una curva a destra. Proseguiamo per circa 30 m, superando la pensilina dell’autobus, all’altezza della leggera curva a sinistra deviamo sulla stradina secondaria di destra (sempre via Vigole), che è parallela alla principale, ma più sicura.

In MTB, non possiamo proseguire dritti in quanto c’è il divieto d’accesso, quindi andiamo a destra e seguiamo tutto il tornante. Appena si arriva al rettilineo, deviamo sulla stradina secondaria di destra (sempre via Vigole), che è parallela alla principale, ma più sicura.


Troviamo anche dei cartelli di Gardaman MTB che ci aiutano.
Arrivati in fondo alla viuzza, ci troviamo di fronte una casa di pietre vive, giriamo a destra (Gardaman MTB) scendendo in via Maclino Bezzuglio.
Manteniamo sempre la strada principale sterrata in discesa fino ad attraversare il ponticello di ferro dipinto di verde. Da qui riparte la salita, sempre sterrata e piacevolmente ombreggiata. Manteniamo sempre la principale, non possiamo sbagliare, e giungiamo ad un bivio conosciuto… lo ricordate? Abbiamo chiuso l’anello e siamo giunti al bivio iniziale, sulla BVG per Sanico. Ora invece giriamo a sinistra, seguendo le indicazioni di Bezzuglio, e ripercorriamo il tratto iniziale, attraverso il borgo fino a giungere al parcheggio. 

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