Percorso Completo (EE – S3)

Lunghezza: 63,5 Km

Dislivello positivo: 3221 m

Dislivello negativo: 3229 m

Fondo: Asfalto, cemento, sterrata e sentieri

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Il percorso parte dalla frazione di Bezzuglio.
Poco prima dell’ingresso nel piccolo borgo, in via Belvedere, che rimane nel comune di Gardone Riviera, a Fasano di Sopra, c’è un primo parcheggio. Altrimenti salendo ancora di una decina di metri, se ne trova un altro entrando a Bezzuglio. Attenzione, solo i primi parcheggi sono pubblici, gli altri sono privati.
Guardando il lago e dando le spalle al parcheggio, si procede verso sinistra. Da questo punto in poi seguiremo i segnali della
Bassa Via del Garda (BVG), che ci guideranno fino al Santuario di Madonna della Supina e poco oltre.
Attraversiamo l’intero borgo fino alla
chiesetta di S. Carlo.
Poi costeggiando sulla destra la fontana che fa angolo, si prende la strada sterrata in discesa seguendo sempre i segnali della BVG. Il primo tratto è ben riparato dal sole, si cammina su una sterrata racchiusa tra allori, edere, pungitopo...
Ai primi due bivi si procede a sinistra, sempre per la strada che va leggermente in salita.
Si giunge ad un altro bivio, dove s’incrocia una strada in discesa e una in salita. Esattamente in questo punto si chiuderà il nostro anello, arrivando da destra, ma ora noi proseguiamo a sinistra (BVG), in salita.
Seguendo sempre il sentiero principale (BVG), costeggiamo un uliveto alla nostra sinistra poi curviamo a sinistra e poi saliamo leggermente, troviamo altre indicazioni (BVG) che ci mandano a destra, sempre in mezzo agli uliveti.
Raggiungiamo un deposito di attrezzi agricoli di una cascina, quindi proseguiamo sempre sulla strada principale di sinistra, fino a costeggiare una cascina e superarla.
Dopo aver attraversato un ponticello con staccionata di legno, giungiamo ad un altro piccolo bivio, che però porta ad abitazioni private, noi teniamo la sinistra.
Arriviamo quindi all’ imbocco di un sentiero sulla nostra sinistra con l’indicazione per S. Urbano e Monte Pizzocolo, diritti invece si andrebbe verso l’abitato di Sanico.
(Se però vogliamo raggiungere in fretta il cimitero di Sanico, da cui si gode un panorama bellissimo, seguiamo le indicazioni del percorso medio fino a quel punto e poi torneremo sui nostri passi fino al medesimo bivio)
Imbocchiamo questo sentiero segnavia n 223 ora tutto in salita che ci porterà alla cima del monte Pizzocolo, lentamente, ripidamente e faticosamente.
Fino ai primi due bivi, procediamo sempre sul sentiero principale.
Al bivio successivo seguiamo i cartelli del CAI con l’indicazione per Sant’Urbano, nostra tappa intermedia.
A quello successivo seguiamo le indicazioni per Vesegna e svoltiamo quindi a destra.
Da qui proseguiamo sempre sulla strada principale, sempre indicata col segnavia 223 e le bande bianco rosso del CAI.
Dopo aver superato un traliccio della corrente, giriamo a destra (223 CAI), dopo poco incontriamo un bivio con le indicazioni per S. Urbano e per Vesegna, noi andiamo verso Vesegna. Supereremo una piccola cascatella che rimane alla nostra sinistra e proseguiremo sempre diritti sulla principale. Arriveremo al piccolo abitato Bolzane e quando incrociamo un'altra sterrata, teniamo la sinistra, sempre in salita…
Superando alcune case sbuchiamo sulla strada asfaltata, dove troviamo le indicazioni del CAI, giriamo a sinistra lungo il sentiero 206.
Giungiamo poi ad un altro bivio, con l’indicazione a destra per Malga Valle, noi proseguiamo dritti per S.Urbano, sempre sul sentiero 206.
Manteniamo sempre la principale. Giungeremo ad un ‘bivacco’ molto diverso da quelli che siamo abituati a vedere. E’ aperto su tre lati, con un fuoco e una panchina, e dal lato del tetto di legno, ci possono passare anche le macchine.
Dopo poco questo passaggio, giungiamo alla
chiesetta di s. Urbano.
Subito dopo ci si presenta un bivio, noi teniamo la destra, per il Monte Pizzocolo, sul sentiero 223. Bivio, sinistra su 223. Continuare a seguire sempre il sentiero principale coi segnali del CAI, fino a raggiungere il vasto dosso (le Prade) dal quale si lanciano i deltaplani e il parapendio. Fermiamoci a prendere fiato e ad ammirare l’incantevole panorama del Basso Lago.
Ci accoglie una panchina in legno e simpatici ‘mani’ segnaletiche colorate. Ah, anche una lapide con una una poesia. Leggiamo prima di proseguire a destra. Inizia un arioso sentiero che ci consente di veder il lago in tutta la sua magnificenza, a sinistra invece alcuni muri diroccati ci ricordano che in queste montagne durante la guerra 15/18 sono state predisposte delle postazioni militari per difendere il non lontano confine.

Dopo un nuovo strappo in salita giungiamo a un bivio, a destra si va verso la cima del Pizzocolo a sinistra si scende a Passo Spino. Si prosegue a destra sempre sull’ampio sentiero principale.
Da qui si prosegue sempre sul sentiero principale, che propone tratti panoramici e un tratto nel bosco.
Usciti dal bosco incontriamo l’ultimo bivio, poco dopo una piccola casetta (‘già casa matta o riservetta della Grande Guerra), questo è il bivio per Malga Valle, noi procediamo diritti verso la cima del Pizzocolo.
Se in questo punto trovate della legna ben accatastata, portatene qualche pezzo per accendere il fuoco del bivacco. ‘Gli Amici del Pizzoccolo’ hanno gentilmente lavorato per farcela trovare.
Una volta in cima il panorama è mozzafiato, troveremo un po’ di venticello, non manca mai in nessuna stagione.
La prima costruzione che incrociamo è il bivacco, poco sopra troviamo la
chiesetta. Una camminata sulla cresta è d’obbligo, da qui la visuale spazia a 360°,in lontananza montagne maestose che si possono individuare attraverso le frecce direzionali, dal Guglielmo, all’Adamello, al Monte Rosa, al Care Alto, ecc..e naturalmente il Lago di Garda, la diga e il Lago di Valvestino, …nelle giornate limpide anche gli Appennini.
Da qui torniamo sui nostri passi e ripercorriamo la strada fino al bivio che a destra indica il Passo Spino, segnavia n287.
Lo percorriamo tutto fino al Passo, dove troviamo varie indicazioni sugli stabili presenti e sui vari sentieri che da qui si diramano.
Noi andiamo al
Rifugio Pirlo. Passeremo attraverso un valico, dove c’è una stazione di inanellamento degli uccelli. Numerosi cartelli spiegano bene l’attività dell’Osservatorio ornitologico regionale.
Proprio da qui parte il sentiero dei Lodroni, ma prima di scendere proseguiamo diritti e raggiungere il Rifugio dove a fianco possiamo scorgere la
piccola cappella dedicata al rifugio, il luogo merita molto.

Dall’Osservatorio prendiamo il sentiero che scende per Campei de Sima, è il sentiero dei Lodroni, la famiglia che possedeva queste terre, ma comunemente inteso anche dei “ladroni”. Si raccomanda attenzione alla MTB, perché in alcuni tratti è stretto, con rocce e gradoni. Questo sentiero ha un unico bivio, ben segnato, dove noi terremo la sinistra. Segnaletica apposita descrive flora e fauna della zona. Poco dopo un punto molto panoramico, dove un cartello ci indica tutte le cime che ci circondano, prestare attenzione a un ‘ghiaione’, poco esteso.
Il sentiero ci conduce a una postazione di artiglieria della I guerra mondiale, presso il passo della Fobbiola, dove c’è un’area pic-nic ed un bivio, dirigersi a destra verso Campei de Sima. Il sentiero ora cede il passo ad una larga strada sterrata che ci conduce ad un altro bivio, noi proseguiamo in salita, a sinistra. (La strada di destra costeggia il Torrente Toscolano fino a Gaino e può costituire un’alternativa più comoda per il rientro).
Superata una sbarra, un ultimo tratto di salita ci porta a Campei de Sima, col suo ampio spazio aperto e assolato. Qui troviamo il
rifugio, un bivacco, una sorgente d’acqua e la chiesetta della Madonna delle Neve.
Da qui ci dirigiamo a sinistra della chiesetta, dove altri segnali indicano Campei de Fond e il sentiero dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Giungiamo a una forcella, dove a sinistra è indicata una grotta, e diritti, in discesa, Campei de Fond, la nostra meta intermedia. Anche qui sempre maggior attenzione per quelli in MTB.
Si arriva a un bivio, siamo a Campei de Mes, dove non ci sono strutture, ma solo un dosso erboso. Noi proseguiamo per Campei de Font. Il sentiero si fa più largo, passiamo a fianco di un rudere, tra castagni e costeggiamo tutta un’area di conifere che ci conduce al rifugio di
Campei de Fond. La zona è sempre recintata per animali al pascolo, aprire e richiudere sempre il passaggio.
Si scende sulla larga sterrata fino a giungere a una sbarra di ferro, che si congiunge con la strada che porta al bivio incrociato poco prima di Campei de Sima. Svoltiamo a sinistra e teniamo sempre la strada principale, che costeggia ora il Torrente Toscolano.
Lo costeggiamo fino a un ponticello di cemento con le barriere in ferro, a sinistra è indicato il
sentiero dei Cuei. Dopo avere attraversato il suddetto ponte, il nostro percorso prosegue sulla strada sterrata. Attenzione, nei periodi di freddo intenso o in caso di forti piogge o neve, questo tratto richiede prudenza, sia per lo strato di ghiaccio a terra, sia per le stalattiti che pendono dalle rocce sopra la nostra testa.
Giungiamo quindi a un bivio dove a destra è indicato il Passo Spino e il Pizzocolo, noi proseguiamo a sinistra in discesa, verso la Valle delle Camerate. Superiamo anche il prossimo bivio, dove sono indicati sentieri attrezzati, senza mai lasciare la sterrata principale, fino a raggiungere il ponte nella Valle delle Camerate con fondo di assi di legno e delle grandi barriere di ferro ai lati. Lo attraversiamo e proseguiamo lungo la strada sterrata, fino ai primi ruderi delle vecchie cartiere, ricoperti di edera e arbusti, ci ricordano il passato quando anche in questa valle ferveva il lavoro. In corrispondenza di questi ruderi c’è un bivio con un segnavia, diritti si procederebbe nella valle delle Camerate (attualmente non agibile), noi giriamo a sinistra, in direzione Segrane-Navazzo. Si prosegue sempre sulla strada principale, a tratti sterrata e a tratti cementata, fino alle prime case e fabbriche del paese di Navazzo. La strada diventa asfaltata e la si percorre fino all’incrocio dove noi giriamo a destra. Poco dopo, un altro incrocio dove a sinistra è indicato Gargnano e anche qui noi andiamo a destra. Proseguendo giungiamo a una biforcazione, dove a destra è indicato il sentiero 221, ma noi proseguiamo diritti sulla strada asfaltata, in leggera discesa. Al bivio successivo, con segnavia, seguiamo il sentiero 203 Mezzane-Gaino che ci fa proseguire diritti. Da qui teniamo sempre la strada principale. Anche al bivio successivo, dove a destra indica sempre il 221, noi proseguiamo sulla principale che ci porta a sinistra (indicata anche con segnavia 20 Navazzo-Gaino). Qui inizia la discesa che ci porterà a Gaino, a tratti un po’ ripida, non abbandoniamo mai la strada principale. Finita la discesa troviamo, a sinistra, le indicazioni per la madonna della Supina, ma noi ci dirigiamo a destra, verso Gaino. (Questo tratto lo percorreremo anche dopo aver visitato la Valle delle Cartiere e Gaino stesso, e ci condurrà appunto alla madonna della Supina)
La strada si collega a quella principale, dove noi giriamo a sinistra. Proseguendo diritti ci troviamo in una piazzetta con dei parcheggi, la attraversiamo, e giungiamo così in piazza Michelangelo. Attraversiamo anche questa e, uscendo dal lato opposto, teniamo la via di destr, via Donatello, che percorriamo fino all’incrocio con un’altra via, dove noi giriamo nuovamente a destra. Proseguendo ci troviamo di fronte una cappella votiva e sulla sinistra le indicazioni che conducono alla Valle delle Cartiere, che seguiamo.
Dopo pochi passi, un altro cartello indica la discesa nella valle, attraverso un sentiero ciottolato e di recente sistemazione a gradoni. E’ il sentiero che percorrevano gli operai delle cartiere prima che nel 1872 fosse costruita la strada del fondo valle. Al termine del sentiero si procede a destra all’interno della Valle per raggiungere in breve la località Luseti, attraversiamo un ponticello pedonale e sulla destra troviamo una costruzione che ospita gli Scout, mentre procedendo verso sinistra raggiungiamo dopo pochi passi la
chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo. ATTENZIONE questo tratto è temporaneamente chiuso
Da qui si ritorna sui propri passi fino a incrociare, sulla sinistra, la salita a gradoni (BVG) segnavia n219 che abbaiamo testè percorso.
Proseguiamo però diritti sul piano, percorriamo la strada fino ad attraversare un ponte, svoltiamo a sinistra e superiamo i ruderi restaurati delle cartiere i quali ci accolgono con tutto il loro misterioso splendore. L’intero percorso all’interno della valle è disseminato di cartelli esplicativi sulla storia delle cartiere, ma anche sulla flora e sulla fauna del sito. Siamo in uno dei luoghi più interessanti
dell’Ecomuseo, un’area di archeologia industriale fra le più interessanti in Italia.
Il sentiero ci porta al ponte in corrispondenza di Villa Maffizzoli, in località Maina Superiore, lo attraversiamo.
Per chi lo desidera, proseguendo per circa 200 m a destra si raggiunge il
“Museo della Carta” che merita sicuramente una visita.
Dal Museo si torna verso il ponte, ma prima di raggiungerlo, all’altezza di un’abitazione, sulla destra inizia una sterrata, chiusa alle auto da una sbarra di ferro e che per il primo tratto va esattamente nella direzione di dove stiamo arrivando, la quale ci condurrà nuovamente a Gaino.
Nonostante la sbarra, il passaggio è consentito sia a piedi che in bici. Dopo il primo tornante il panorama sulla valle è davvero impagabile. Si prosegue e si supera una seconda sbarra raggiunta la quale si prosegue a destra sulla sterrata principale. Poco dopo incrociamo un’altra sterrata, noi proseguiamo a destra (MTB Gardaman). Si prosegue sempre sulla strada principale, fino a che si giunge nuovamente a un incrocio, dove noi giriamo, con una svolta a gomito, a sinistra. In breve la sterrata diventa una salita ripida e cementata. Dopo essere passati a fianco di un traliccio della corrente, troveremo una sbarra e un cartello che indica ‘proprietà privata’, ma il passaggio è consentito. Proseguendo sulla strada, a sinistra costeggiamo dei terrazzamenti piantumati a ulivi sempre con lo sfondo del nostro Pizzocolo. Si arriva ad un altro traliccio e poco dopo, al bivio, si prosegue diritti. All’incrocio, al numero civico 48, noi proseguiamo a destra per via Donatello che poi diventa asfaltata, passando attraverso muri che delimitano le proprietà delle prime case.
Al primo incrocio del borgo, proseguiamo diritti, e dopo una doppia curva destra sinistra, ci troviamo in piazza Michelangelo, nel centro di Gaino. Qui troviamo i segnali della BVG, che ci faranno nuovamente compagnia per un lungo tratto.

Da qui procederemo diritti (BVG), ma prima facciamo una deviazione a destra per visitare le chiese ed ammirare il panorama. Proseguendo quindi a destra, avanti pochi passi incrociamo subito alla nostra sinistra la
chiesa di S. Sebastiano. Poi ci dirigiamo sempre dritti verso la Parrocchiale sulla sommità del colle. Prima di raggiungerla, a destra ci fermiamo alla Vecchia Parrocchiale della quale si nota solo il campanile, l’ingresso attuale è dal portico. Le due parrocchiali l’antica e la nuova, entrambe dedicate a S.Michele, sorgono una di fronte all’altra sul medesimo colle. Dal sagrato della parrocchiale nuova si gode uno spettacolo ineguagliabile su Toscolano Maderno, Punta San Vigilio, la Rocca di Manerba, le isole, e se c’è visibilità la Penisola di Sirmione.
Quindi ridiscendiamo lungo la strada ciottolata e ritorniamo in piazza Michelangelo.
Usciamo dal paese riprendendo i segnali della BVG che ci fanno svoltare a destra e da qui proseguire sempre diritti sulla strada asfaltata per Cabiana. Arrivati all’ incrocio, contrassegnato da un solitario e maestoso cipresso, proseguiamo a destra seguendo i nostri segnali e quelli del Santuario di Supina.
Tra uliveti e siepi di alloro, superiamo Cervano e l’originale cappella votiva che si apre su due fronti, oltre alle varie radure che ci permettono di ammirare il lago da angolazioni diverse. Proseguire seguendo i segnali fino a raggiungere la chiesa.
Sul sagrato della
Madonna della Supina troviamo panchine, una fontana di acqua potabile e, sul retro della chiesetta, un piccolo giardino dove potersi godere una sosta e un altro bel panorama su Bogliaco e Gargnano.
Ripartiamo poi lungo il sentiero segnalato come BVG, a sinistra della chiesa, il primo tratto è stretto poi diventa una sterrata larga, con un aperto panorama sul lago e sul monte Baldo, che va a finire a Fornico, una piccola frazione del comune di Gargnano.
Entrando in via Fornico la prima strada a destra, stretta e delimitata da alti muri in pietra, abbandoniamo i segnali della BVG, scendiamo lungo il vicolo ciottolato e passiamo sotto a un arco delle case di pietra, giriamo subito a destra, in discesa. Al primo incrocio giriamo a destra, vediamo ancora i vecchi segnali della BVG, che ci indicano Supina e Gaino, mentre a sinistra l’odierna BVG continua verso Gargnano e Limone.
Girando quindi a destra percorriamo una sterrata tra muri di cinta in pietra e uliveti finchè non incrociamo una strada che a destra indica Supina, ma noi andiamo a sinistra, in discesa e da qui abbandoniamo definitivamente i segnali della BVG. Questa sterrata ci conduce ad un altro bivio, dove noi andiamo a sinistra, scendendo tra le case della frazione di Roina. Superiamo un ponticello, sopra a un piccolo torrente che crea una cascatella. Seguiamo la strada verso destra, in via Roina, costeggiando sempre un muro alto di pietre, che dopo poco a sinistra si apre su una nuova strada sterrata, ma noi proseguiamo diritti. La via ci conduce a una piazzetta, dove troviamo una fontana di acqua potabile, noi proseguiamo sempre diritti.
All’altezza del civico 17/17A troviamo un arco di pietre tra case dello stesso materiale, e ci passiamo sotto, in un antico vicolo che scende tra i muri alti delle case, passa sotto un ulteriore arco creato da una casa stessa e si apre su un sentiero erboso, molto piacevole, che costeggia un alto muro di cinta e ci porta fino alla strada principale, da lontano possiamo già scorgere il campanile della chiesa di S. Giorgio.
Una volta giunti alla strada, procediamo a destra, prestiamo attenzione perché nel periodo di alta stagione può essere abbastanza trafficata. La percorriamo per circa 200 m, superando a destra una strada che indica Supina e dopo una doppia curva sinistra destra, sul lato opposto a sinistra, vediamo un muro di mattoncini che indica via Golf 30, qui attraversiamo la strada e prendiamo il vicolo che sale e ci porta direttamente nel parcheggio sottostante il sagrato della
chiesa di San Giorgio.
Visitata la chiesa, si scende dal sagrato e si procede a sinistra in via s. Giorgio.
Una via asfaltata, non troppo trafficata, che ci offre scorci sul lago. Siamo sull’antica Strada Regia che da Toscolano conduceva a Gargnano, prima che venisse costruita la Gardesana Occidentale negli anni trenta del secolo scorso. La si percorre fino a raggiungere la
Cappella dell’Addolorata che, in caso di maltempo, ci può offrire un riparo grazie al suo tetto e alle panchine di marmo.
Arrivati a questo punto lasciamo la strada asfaltata e svoltiamo a destra dove inizia una sterrata che sale leggermente fino a una casa che aggireremo per svoltare a sinistra e proseguire il nostro cammino.
All’inizio la strada dà su prati e vecchi uliveti, ma nell’ultimo tratto si chiude tra alti muri di pietra e ci conduce fino alla frazione di Cecina. Al bivio andiamo a destra e dopo pochi passi possiamo vedere davanti a noi un arco a punta, sotto il quale dovremo passare per andare a destra, sempre diritti finchè non ci troviamo di fronte alla
parrocchiale di S. Nicola da Bari.
Da qui, proseguendo il cammino, torniamo sui nostri passi, fino ad un grande cancello di legno azzurro che fa da spartitraffico, noi andiamo a destra e ci troviamo nuovamente all’altezza dell’arco a punta, in una piazzetta con una fontana dove si incrociano via Sassello e via Cecina. Ora proseguiamo diritti passando sotto due archi di pietre a poca distanza l’uno dall’altro, per ritrovarci in una piazzetta, all’altezza del civico 36. Qui noi pedoni dovremo tornare a breve.
Intanto proseguiamo diritti fino a che la strada si allarga: troviamo una grande fontana sul lato destro ed a sinistra una strada stretta, via Messaga, delimitata dalla
chiesetta di S. Antonio. Cecina è il borgo degli stampatori che vissero ed operarono qui nel secolo XVI, dietro la chiesina è ancora l’abitazione di Gabriele di Pietro, segnalata da una lapide sull’architrave d’ingresso.
Per chi volesse fare una piccola deviazione, girando dietro alla chiesetta, dopo circa 50 m, trova l’inizio del
Sentiero degli Orticelli, che scende sulla Gardesana ed è percorribile solo a piedi, nei pressi della Cappella del Viandante. Per chi volesse intraprendere questo sentiero, consigliamo attenzione nel tratto finale, perché dà proprio sulla statale che è sempre molto trafficata.
Ripercorriamo poi via Messaga fino alla grande fontana dove torna a differenziarsi il percorso dei camminatori da quello delle biciclette.

Noi camminatori torniamo a destra, all’altezza della piazzetta al civico 36, dove a sinistra andiamo ad imboccare una scalinata coi gradini in pietra un po’ ripidi, alla fine svoltiamo a sinistra e ci troviamo di fronte ad un bivio dove teniamo la destra. Si segue sempre il sentiero principale, in salita, attenzione all’ultimo tratto che in caso di pioggia può essere scivoloso. Raggiungiamo quindi la piazza della frazione di Cussaga.

In MTB torniamo a destra, proseguiamo superando i due archi su via Cecina e arrivati all’incrocio imbocchiamo via Sassello a sinistra. Al bivio con via Golf, proseguiamo ancora a sinistra e percorriamo tutta la via principale(Sassello) fino a raggiungere la piazza della frazione di Cussaga.

La nostra attenzione è attratta dalla
Cappella della Beata Vergine di Cussaga, copia dell’affresco che è venerato nella Parrocchiale di Gaino. Una volta giunti alla cappella prendiamo la strada a sinistra del vecchio lavatoio che fa da spartitraffico.
Proseguiamo sempre diritti su via Caronte, che ci permette di camminare sempre con vista lago. Questo tratto panoramico termina nel parcheggio di un residence, proseguiamo sempre diritti e giungiamo nella frazione di Pulciano. Arrivati a uno stop, proseguiamo diritti (sul muro possiamo trovare indicazioni di Gardaman MTB). Arriviamo nuovamente ad un altro stop ed andiamo a sinistra.

A piedi proseguire su via Genova, una strada che si trova a livello più basso della principale, tra alti muri di pietra. Terminate le case sulla curva si apre un piccolo prato piantumato ad ulivi, quindi il sentiero erboso fa una doppia curva sinistra-destra, tra alte siepi di rovi, fino a condurci all’inizio di una storica scalinata, ora ciottolata, che porta direttamente a Toscolano, al primo bivio a sinistra e poi subito a destra per trovarci in p.zza Caduti.

In MTB non possiamo percorrere la storica scalinata, quindi proseguiamo diritti fino allo stop dove procediamo a sinistra, in discesa, fino all’uscita della Valle delle Cartiere e oltre fino a raggiungere l’incrocio dove a destra è il municipio. Imbocchiamo a sinistra via Trento, la percorriamo tutta fino a p.zza Caduti.

Qui si trovano la
Parrocchiale di Toscolano dedicata ai Santi Pietro e Paolo e la Villa Romana. Dietro la Parrocchiale è sito il Santuario di Santa Maria del Benaco e da lì si può raggiungere il vicino e molto suggestivo Porto di Toscolano.
Ritornati alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo attraversiamo la strada dirigendoci verso la p.zza dei Caduti. Dopo circa 80 mt, svoltiamo a sinistra in via Trento che percorriamo fino alla
chiesa di San Giuseppe Artigiano. In questa via è ubicato anche l’Ostello delle Cartiere.
Proseguiamo quindi su via Trento fino a raggiungere il
Parco Bernini, delimitato da un alto muro di cinta. (L’ultimo tratto prima del parco è divieto d’accesso, bici a spinta. Una sosta è d’obbligo per poter osservare i due monumentali cedri del Libano.
Quindi usciamo dal parco dal lato opposto, attraversiamo la strada e ci dirigiamo a sinistra verso la rotonda, per imboccare via Marconi che percorreremo tutta fino raggiungere il ‘Lido degli Ulivi’.
Qui andando a sinistra si va verso una grande spiaggia libera, ma noi procediamo a destra:

A piedi attraversando l’area pedonale con i giochi per i bambini

In bicicletta girando attorno al parcheggio per superare l’area pedonale.

Ora percorriamo il lungolago, superando in successione il Circolo Vela Toscolano ed il ponticello del
rimessaggio barche, fino a raggiungere una pista ciclo-pedonale tutta a lago che costeggia vari campeggi e numerose spiagge libere. Un percorso tutto curve ed anse che rendono bellissimo il paesaggio sempre nuovo e sorprendente.
Al rimessaggio barche chi vuole può fare una deviazione e raggiungere l’
Orto Botanico in via Religione. Basta risalire la via (già via Religione) e costeggiare il lungo muro (all’interno quel che resta del Convento dei domenicani e della chiesa che oggi è un magazzino- visibile è solo la torretta. L’intero complesso si denominava “Religione”) e poi girare a sinistra e poi girare a destra sempre per la medesima via.
Torniamo sul lungolago e riprendiamo il percorso tutto curve ed anse che rendono bellissimo il paesaggio sempre nuovo e sorprendente.
Proseguendo arriviamo ad un ponte pedonale mobile intitolato a San Josè Maria Escrivà, che permette di attraversare il Torrente Toscolano, il confine con Maderno. Siamo giunti al centro del promontorio sul quale sorgono le due cittadine, il vasto conoide di deiezione creato dal Fiume.
Proseguiamo sempre sul lungolago, costeggiato da altri campeggi, finché alla fine di essi troviamo un Olmo monumentale, il
“Piantù”, che nel dialetto locale denomina “la grande pianta” dalla corteccia grigio maculata. Solo, imponente e maestoso, di fronte ad una casa azzurra che fa angolo.
Proprio in questo punto giriamo a destra seguendo l’indicazione di Maderno Centro ed avanti circa 200 m giriamo nuovamente a destra seguendo l’indicazione del Camping Promontorio, in via Promontorio, per andare a visitare la
chiesetta di Santa Maria Immacolata.
Torniamo poi sui nostri passi fino al Piantù da dove riprendiamo a percorrere il lungolago, fino a superare l’imbarco dei traghetti e la biglietteria della Navigarda. Proseguendo il nostro cammino sul lungolago giungiamo alla
Parrocchiale di S. Andrea, sul lato destro della strada.
Girando attorno alla chiesa stessa, lungo il suo lato nord, ci troviamo di fronte l’antica torre medievale, l’unica rimasta dell’antico castello di Maderno.
Tornando all’ altezza dell’ingresso della chiesa, attraversiamo la strada e ci dirigiamo a sinistra, 50 m più avanti ci troviamo nella piazzetta dove sorgono la
basilica di S. Andrea Apostolo e il Battistero di San Giovanni.
Una volta giunti alla basilica, il percorso prosegue costeggiando il suo lato occidentale, in via Benamati. La si percorre, superando il Mu.Re Museo Recuperanti 1915-1918, con un’
esposizione permanente della grande Guerra, fino ad un incrocio di quattro strade, di fronte vediamo l’imponente e bellissima Villa Lucia (Palazzo Bulgheroni), che all’interno del parco ospita un’antica limonaia.
Da questo incrocio si prosegue a destra, sempre su via Beneamati, dove 100 m più avanti, quasi di fronte a Palazzo che dà il nome alla via, alla nostra destra, troviamo la
chiesetta di S. Bartolomeo.

A piedi ritorniamo sui nostri passi fino a Villa Lucia dove giriamo a destra per via San Pietro in salita tra due alti muri. Al termine si gira a sinistra in via Fontane, costeggiando la strada per circa 200m ed al primo tornante, che svolta a destra, giriamo a sinistra nella strada che per le auto è indicata come strada chiusa e la percorriamo fino alla via principale che da via Montemaderno diventa via Maclino e la imbocchiamo a sinistra, tenendoci sul marciapiede.

In MTB Dalla chiesetta proseguiamo diritti, passando accanto all’oratorio e pochi metri dopo, sulla sinistra, imbocchiamo via Tito Speri che, attraverso un vicolo non troppo lungo, ci porta su via Fontane, sulla quale giriamo a sinistra, in salita, e la percorriamo fino a raggiungere la strada principale, via Montemaderno, che dopo un paio di tornanti diventa via Maclino.

Percorriamo tutta via Maclino e dopo circa 200m, alla nostra sinistra vediamo la
chiesa dei Santi Faustino e Giovita.
Per i pedoni, all’altezza del cartello della frazione di Maclino, è possibile prendere a sinistra un sentiero che inizia tra le case e costeggia la strada, a un livello un poco più basso, fortemente consigliato in caso di traffico.
Dietro la chiesa, per chi avesse voglia di una piccola deviazione, inizia il
sentiero ‘dei Proch’. Ripido, corto e molto panoramico, dalla chiesa porta rapidamente in basso, sul lungolago di Maderno (non è possibile percorrerlo in MTB).
Una volta visitata la chiesa di Maclino

A piedi si attraversa il tornante, si salgono le scalette e si attraversa il punto panoramico tutto ciottolato fino a giungere nuovamente sulla strada che attraversiamo entrando in via Taormina. La percorriamo tutta, giungendo a dei gradini che ci portano a un piccolo parco pubblico. Proseguiamo diritti fino a raggiungere la strada, dove giriamo a destra e la costeggiamo fino ad incrociare una via diritta, via Vigole, che imbocchiamo, evitando così il tornante pericoloso. Ci manteniamo sul marciapiede, raggiungiamo lo stop in fondo alla salita e proseguiamo per via Rosei, in salita di fronte a noi.

In MTB Dalla chiesa si procede in salita su via Vigole e dopo i primi 4 tornanti, giunti ad un incrocio dove la strada fa una curva a sinistra, svoltiamo in via Rosei, a sinistra, in ripida salita.

Dopo essere passati davanti a un tempietto votivo, sul lato opposto ci appare la
chiesa della Madonna del Rosario, in una splendida posizione panoramica.
A questo punto dovremo decidere come chiudere il nostro anello, se tornando verso il Cimitero di S. Martino a Sanico, per poi ripetere a ritroso il tratto iniziale, oppure se tornare direttamente a Bezzuglio.
Per chi scegliesse di tornare direttamente a Bezzuglio, consigliamo ugualmente una piccola deviazione fino al vicino punto panoramico mozzafiato. Una visuale ampia su tutto il Comune di Toscolano Maderno e oltre, davvero da non perdere.
Ritorniamo sui nostri passi, scendendo per via Rosei, e dopo poco giriamo a sinistra all’altezza di un muro di cinta di pietre che costeggiamo e che ci conduce ad un vicoletto in discesa, fino a raggiungere una piazzetta con lavatoi. Da qui procediamo a sinistra ed arriviamo fino ad uno stop, attraversiamo la strada principale ed imbocchiamo, proprio di fronte a noi, all’altezza del cartello Vigole, il viottolo erboso che scende. Lo percorriamo mantenendo la traccia principale che costeggia tutta una alta siepe alla nostra destra. Finita la siepe e la rete di recinzione, svoltiamo a sinistra. Al primo bivio a sinistra inizia la via sterrata Miralago che noi imbocchiamo.
Dopo poco troviamo sulla sinistra l’imbocco di un sentiero con un ulivo solitario (Gardaman MTB). Esso ci porta in breve ad un punto molto panoramico, che ci permette uno sguardo a 360° sul delta del torrente sul quale sono costruiti i due paesi, Toscolano Maderno è letteralmente ai nostri piedi!
Da qui proseguiamo scendendo lungo il sentiero, nella parte iniziale stretto, consigliamo prudenza alle MTB. Al primo bivio, continuiamo in discesa lungo il sentiero segnato con le bande bianco rosso del CAI.
Guadiamo un piccolo torrente, che in caso di forte pioggia richiede un po’ di attenzione perché scivoloso.
Dopo un tornante, all’altezza di un piccolo torrente, teniamo la sinistra e dopo pochi passi, ancora a sinistra dove la strada diventa ciottolata. Alzando lo sguardo si vedono i cipressi della zona del cimitero.
Percorriamo tutto il sentiero e ci troviamo nello slargo dove c’è l’ingresso di un’azienda agricola e il bivio per la salita al cimitero di Sanico e la discesa nella Valle delle Cartiere.
Qui riprendiamo svoltando a sinistra per ripercorrere tutto il tratto iniziale fino a Bezzuglio, seguendo sempre i segnali della BVG che abbiamo ritrovata.
 

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